martedì 7 ottobre 2014

Agea: il marcio emerge ma il ministro bacchetta gli allevatori

"... mentre l'ennesimo ministro invita gli allevatori multati a versare milioni di euro nelle casse dell'Ue, porterebbe l'Agea verso la fine dei propri giorni..."

I  Caa sono organismi locali del pianeta Agea - Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura incaricati di supportare il mondo agricolo per quanto attiene alle erogazioni comunitarie.
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Chi segua trasmissioni televisive come Report e Presa Diretta (Rai Tre), ma anche chi sia abituato a leggere vari giornali e a formarsi delle proprie opinioni (andando oltre i comunicati stampa del "Palazzo") non si meraviglierà certo nell'apprendere che giovedì scorso 2 ottobre, due impiegati di altrettanti Caa (Centri di Assistenza Agricola) siciliani (Catania e Lentini) sono stati ridotti alle misure cautelari. In loro compagnia sono finiti due locali malviventi, accusati dell'ennesima speculazione ai danni dell'Unione Europea, oltre che di vari diversi reati (tra gli altri: estorsione, minacce aggravate, truffa aggravata, falso ideologico in atti pubblici).
In pratica due dei quattro (Giuseppe Scipliliti ed Enrico Guerrera) si procuravano i documenti d'identità di persone indigenti dai diretti interessati, a cui intestavano terreni su terreni e pascoli su pascoli (e relativo bestiame, inesistente), per accedere ai premi
comunitari (qui la cronaca dei fatti; nella foto i due impiegati).Giuseppe Amore e Grazia Giudice, i due impiegati dei Caa di Catania e Lentini coinvolti nella nuova truffa dei pascoli - foto Polizia di Stato Il tutto ovviamente con la complicità dei due impiegati (i Caa sono organismi locali del pianeta Agea - Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura incaricati di supportare il mondo agricolo per quanto attiene alle erogazioni comunitarie).
Di fatti analoghi in Italia se ne sono contati a centinaia (in genere relegati alle cronache locali) ma quello che emerge in maniera inquietante è che spesso la criminalità - più o meno organizzata - ha le sue alleanze all'interno degli enti pubblici. Perché capita sempre che serva un certificato che non c'è o un timbro per avallare il falso. Certificati e timbri si possono sempre falsificare, certo, ma poi c'è il rischio che a Bruxelles qualcuno se ne accorge, e allora tanto vale corrompere l'impiegato di turno, che difficilmente dirà di "no" e quasi mai denuncerà la cosa. Per soldi o forse perché alla pelle lui ci tiene.
E poi, dopotutto, perché dire di no, se i tuoi capi per primi hanno già detto di sì? Perché un anonimo colletto bianco di provincia di un misconosciuto Caa (sono gli organismi territoriali di cui l’Agea si avvale per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali di Organismo Pagatore dei contributi e premi erogati dall’Unione Europea a beneficio dei produttori agricoli degli Stati membri) dovrebbe opporsi ad un sistema che ha le sue radici ai piani alti del proprio ente, e a Roma?
La storia locale diventa ancora una volta quindi paradigma di un andazzo generale, in cui la norma pare essere il lucrare, il corrompere, il falsificare, il truffare. Tanto poi difficilmente qualcuno avrà interesse a far emergere il marcio che c'è. A meno che non ci si imbatta in alcune indagini delle forze dell'ordine (talvolta rimaste però lettera morta: leggi qui) o in qualche procuratore con tanto ma tanto senso del dovere. E poi in qualche raro giornalista in vena di raccontare le cose che contano, oltre e più degli uffici stampa di ministeri e associazioni agricole. E così può capitare di imbattersi ancor oggi in qualche articolo apparentemente già letto, che parla di vacche ultraottuagenarie (leggi qui), disvelando però tra le righe delle novità sostanziali, vale a dire che le indagini procedono, e lasciano emergere i primi nomi.
Delle falsificazioni avvenute per anni per avvantaggiare illecitamente gruppi industriali si conoscono quindi per ora solo alcuni responsabili (funzionari di Agea e della sua controllata Sin: Sistema Informativo Nazionale) e prima o poi si arriverà ai perché della loro condotta. Quel che è certo oggi è che i loro illeciti - ben conosciuti da chi avrebbe potuto intervenire - hanno causato una delle più gravi crisi di un intero comparto, compromettendo il futuro di una larga parte del mondo agro-zootecnico. L'epilogo di tutto questo, mentre l'ennesimo ministro invita gli allevatori multati a versare milioni di euro nelle casse dell'Ue (leggi qui) porterebbe l'Agea verso la fine dei propri giorni (leggi qui): una prospettiva che - per quanto l'agenzia sia invisa a molti - non dovrà far felice

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