Stato di massima allerta anche in Sicilia per il possibile arrivo del coleottero Aethina Tumida, il parassita originario dell'Africa che potrebbe mettere in ginocchio l'apicoltura e la produzione di miele dell'Isola. Attualmente è stato identificato un focolaio in provincia di Reggio Calabria, a Gioia Tauro, che si starebbe estendendo. Per questo motivo, il ministero della Salute e il ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali hanno attivato le procedure necessarie per circoscrivere ed eradicare eventuali ulteriori focolai, nonché impedire la diffusione del parassita sul La Sicilia è una realtà produttiva abbastanza importante nel panorama nazionale: sono circa mille i produttori ufficialmente censiti che detengono più di 160 mila arnie. L'allerta è quindi massima. Nelle scorse settimane si è tenuto un incontro tra i medici dell'Asp di Acireale e il sindaco di Zafferana Etnea, Alfio Russo, uno dei centri più rinomati in Sicilia per la produzione di miele. La sezione siciliana del Fai (Federazione Apicoltori Italiani) ha sottolineato che per arginare la diffusione del parassita occorre una forte coesione e collaborazione. “Tutti gli errori commessi nella lotta alla varroa – ha sottolineato il presidente Vincenzo Stampa – vanno assolutamente evitati. Importante sarebbe circoscrivere e delimitare il più possibile l’unica zona che attualmente sembra interessata, quella di Gioia Tauro e dintorni. Ma non è così semplice – ha proseguito Stampa – perché dobbiamo considerare che in Calabria transitano moltissimi alveari provenienti da molte altre regioni, Sicilia in primo luogo, pertanto sarebbe necessario estendere i controlli anche a tutti gli apiari che hanno frequentato quei luoghi”. La federazione sarà impegnata nel difendere il patrimonio e il reddito degli apicoltori che incolpevolmente si trovano già coinvolti. “Congiuntamente a Confagricoltura Sicilia - ha concluso il presidente di Fai Sicilia – abbiamo inoltrato una richiesta all’assessore regionale all'Agricoltura, Paolo Ezechia Reale, affinché si adoperi per reperire le risorse necessarie a indennizzare gli apicoltori che collaborano al contenimento dell’infestazione”.

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