sabato 4 ottobre 2014

Falsi all’anagrafe bovina: «Mucche fanno latte a 82 anni»

Indagato un funzionario dell’Agea . In ballo c’è il destino di centinaia di allevatori che hanno preso contributi statali a danno degli altri costretti a pagare le multe dell’Ue.


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Roma: Mucche che a 82 anni continuano ad essere munte e a produrre latte sfidando ogni legge biologica. Impossibile in natura, ma non per l’anagrafe bovina dell’Agea, l’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura, il cui dirigente Andrea Cerquaglia è indagato per falso. Una svolta nella pluriennale e mai risolta vicenda delle quote latte, sulla quale la procura è decisa ad andare fino in fondo. Il fascicolo affidato al pm Attilio Pisani è seguito in prima persona dal procuratore Giuseppe Pignatone, che ha disposto ulteriori accertamenti. In ballo c’è il destino di centinaia di allevatori, Lazio incluso.
Il dato anagrafico alterato avrebbe coperto la reale produzione di alcuni allevatori per far loro beneficiare dei contributi statali a danno di altri, costretti invece a pagare salate multe alla Ue per aver sforato le quote loro assegnate. Già nel 2010 un’informativa del Nucleo politiche agricole
e alimentari dei carabinieri evidenziava come «i dati utilizzati da Agea per calcolare i prelievi dal 1995 al 2009 sono completamente inattendibili». E individuava «un Gruppo tecnico ristretto che ha intenzionalmente messo a punto un algoritmo tale da giustificare, anziché verificare, la produzione (un divario di circa 300 mila capi bovini in eccesso tra il dato reale e quello fittizio)». L’informativa dell’Arma, deposita in numerose procure (a Milano perquisita la sede della Lega Nord), aveva suscitato le proteste del capo di gabinetto dell’allora ministro Giancarlo Galan, Giuseppe Ambrosio, soprannominato «il Centurione»: è coinvolto in altre inchieste dei pm capitolini, già rinviato a giudizio per corruzione e condannato a 3 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio e tentata concussione. Avrebbe chiesto tangenti ad imprese in cambio della gestione pilotata di «quasi tutte» le attività del ministero.
E siamo ad oggi. Archiviata la denuncia per truffa di un gruppo di allevatori - non è dimostrato il dolo - il gip Giulia Proto ha diposto la verifica su altri profili penali a carico di funzionari dell’Agea. La prova sarebbe in una mail in cui Cerquaglia indica la necessità di alzare l’età di lattazione dei bovini da 120 mesi (8 anni) a 999: «È esattamente quello che vorremmo». «L’inserimento del dato - scrive il giudice - è stato fortemente voluto dai funzionari Agea, che non potevano ignorarne l’inverosimiglianza». Il falso ipotizzato dai pm è per ora solo un passaggio per compiere accertamenti, che potrebbero però a breve avere sviluppi. L’Agea è parte lesa.

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