sabato 20 dicembre 2014

Le prospettive del comparto lattiero caseario discusse al Parlamento europeo‏

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La commissione agricoltura ha fatto il bilancio sull'attuazione del pacchetto latte. Poco incoraggianti i risultati ottenuti.
La commissione agricoltura del Parlamento europeo ha discusso la difficile situazione che sta attraversando il settore lattiero-caseario Ue alle prese con il crollo dei prezzi del latte. Il mercato lattiero-caseario è infatti ormai da tempo in crisi, afflitto da una continua riduzione dei prezzi quasi al di sotto dei costi di produzione.  Seppur la domanda globale continui a crescere, si registra a livello Ue un eccesso di offerta di latte per cui la preoccupazione degli operatori sta crescendo. Alcuni Stati membri hanno superato i limiti stabiliti dalle quote e a ciò si sommano le restrizioni imposte dall’embargo russo. Da qui, l’urgenza di
comprendere quale sarà la reazione del mercato nella primavera 2015 con la fine del sistema delle quote latte. Da parte sua, la Commissione europea ha promesso che in caso di necessità non esiterà ad attuare delle misure per stabilizzare il mercato, ma è chiaro che queste dovranno essere definite in modo concreto e mirato. Per il futuro del settore é necessario pertanto puntare sui mercati di esportazione, nonché su una maggiore flessibilità per reagire con forza fin da subito, consentendo a chi vuole produrre di più di farlo, proteggendo il mercato nella sua totalità. 
Il dibattito è aperto 
Molti europarlamentari sostengono che il “Pacchetto latte” non abbia portato quei risultati attesi per consentire al settore un atterraggio morbido in vista della fine del regime delle quote: i contratti non rispettano i prezzi del mercato e i produttori non li possono negoziare, un problema questo che riguarda non solo le aree svantaggiate ma l’intera filiera, che produce sotto costo di produzione. Il rischio è che si crei una guerra tra produttori e per questo gli europarlamentari chiedono misure in grado di dare certezze agli allevatori, in particolare delle regioni montane, che risultano essere i più penalizzati e le cui aziende sono a rischio di chiusura. In commissione agricoltura del Parlamento europeo si sottolinea, inoltre, che le aziende della grande distribuzione stanno sfruttando la situazione per proporre prezzi bassissimi sul mercato, perciò bisogna agire anche a livello di Grande Distribuzione Organizzata. Il rischio è quello di perdere, nel volgere di due/tre anni, la produzione nelle zone montane e con essa i giovani allevatori che vi lavorano. 
Occorrono nuove azioni, in particolare per le regioni svantaggiate 
Gli europarlamentari sottolineano che la Commissione europea, nel suo report di giugno, non abbia offerto un quadro attendibile della situazione: “quello che è stato proposto a sostituzione delle quote latte sono i contratti e le organizzazioni dei produttori, che sono scattati solo in alcuni Paesi. Con la cessazione delle quote latte si verificherà una forte volatilità dei prezzi. Di conseguenza, bisogna impostare dei criteri di azione per le regioni sfavorite”, considerato che in futuro si prevede un aumento del 17% della produzione di latte che non sarà possibile assorbire senza registrare un ulteriore forte abbassamento dei prezzi. I Governi degli Stati membri devono mantenere sotto controllo la produzione senza farla aumentare in modo incontrollato altrimenti le conseguenze saranno gravi. 
Più spirito imprenditoriale 
Come si è già accennato, sta diminuendo il consumo di latte nel mondo e dall’altro lato sta aumentando la sua produzione, determinando così un effetto forbice che condurrà sia ad una forte riduzione del prezzo del latte, sia ad un aumento della produzione di carne in quanto molti bovini saranno convertiti. Inevitabili, dunque, dei meccanismi di regolamentazione del mercato del latte e della carne. In definitiva, l’embargo russo ha dimostrato che gli strumenti attuali non sono adeguati e che servono interventi mirati e compensazioni chiare. C’è un urgente bisogno di affrontare questi problemi ma non a scapito della riserva di crisi per l’agricoltura.
“Le crisi registrate finora dal settore sono avvenute nonostante il sistema delle quote – sostengono gli europarlamentari della commissione agricoltura dell’Emiciclo – sistema mantenuto per volontà politiche che ha permesso di produrre più del necessario. Bisogna incoraggiare gli allevatori ad avere un maggior spirito imprenditoriale, spingere per un maggior utilizzo del secondo pilastro e una minore burocrazia per distribuire il latte nelle scuole”.

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