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Nel
2013 il latte di pecora raccolto nelle aziende agricole dall’industria
lattiero – casearia ammonta ad oltre 186 mila quintali. Per ogni litro al produttore siciliano sono andati in media 64 centesimi contro l’euro del Nord Italia. E’
una disparità che va eliminata con un intervento deciso dell’assessore
dell’agricoltura e l’istituzione di un tavolo che premi la qualità.
E’ quanto afferma il
presidente regionale della Coldiretti, Alessandro Chiarelli.
Questa differenza non è più comprensibile: non può esserci una
zootecnia a due velocità. Agli allevatori siciliani, al netto della
raccolta e dell’iva, devono andare almeno 93 centesimi. Occorrono
inoltre interventi mirati come l’introduzione della misura sul benessere
animale. La regione Sardegna – conclude – l’ha già fatto.
Nel 2013 – ricorda il direttore regionale, Giuseppe Campione –
sono stati “scippati” alla zootecnia siciliana circa 84 milioni di
euro. Sempre lo scorso anno l’importazione di latte e formaggi è
aumentata del 5% rispetto all’anno precedente sono dati che allarmano
un comparto rappresentativo del settore agricolo.
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