domenica 28 dicembre 2014

Latte ai prezzi più alti: ecco come Parmalat ha convinto i friulani

Agli allevatori di Latterie riconosciuti i valori della Lombardia. Dal primo gennaio l’accordo. Incognita sui debiti del Consorzi.
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CAMPOFORMIDO. Anno nuovo, vita nuova. Il primo di gennaio sarà un giorno epocale per le Latterie friulane di Campoformido. La più storica delle realtà regionali nell’ambito della trasformazione lattiero-casearia passerà infatti nelle mani di Parmalat, appartenente al gruppo francese Lactalis, cui andranno stabilimento, macchinari e dipendenti. Inizialmente con un affitto trimestrale di ramo d’azienda, subordinato al successivo acquisto.
Autonomi – si fa per dire – resteranno solo i conferitori di latte che non lo venderanno direttamente al colosso francese. I dettagli relativi all’accordo siglato con Parmalat restano ancora strettamente riservati, da qui il silenzio in cui si trincera da giorni la presidente del Consorzio, Michela Del Piero, ma le indiscrezioni non mancano.
Se è stato in gran parte svelato il destino a breve delle 155 maestranze rimaste in
forze a Campoformido (passeranno al gruppo Parmalat conservando la cassa integrazione in essere), resta da chiarire quello degli allevatori soci del Consorzio e del loro latte. Stando a quanto è dato sapere non avranno direttamente contatto con Parmalat, ma continueranno a consegnare il latte al Consorzio cooperativo che quindi formalmente non cesserà di esistere.
Si occuperà della vendita alla multinazionale, ricevendo - anche qui resta però d’obbligo l’uso del condizionale - il prezzo al litro riconosciuto agli allevatori della Lombardia. Vale a dire il miglior prezzo d’Italia. Un bel passo avanti rispetto a quel che è stato fin qui, con 36-38 centesimi di pagamento del latte al litro che agli allevatori friulani non bastavano neanche a coprire le spese di produzione. Ben diversa la situazione vissuta dai colleghi lombardi, che nei mesi scorsi si sono visti riconoscere fino a 44 centesimi al litro (più iva e qualità), oggi un po’ meno, si viaggia tra i 39/40 centesimi, che sono comunque un significativo passo avanti per i “nostri”.
A una partita il cui esito si annuncia positivo se ne aggiunge d’altro canto una assai incerta. Considerato il difficile anno vissuto dalle Latterie, con tutte le traversie dovute alla produzione ridotta e al caso delle aflatossine, come si chiuderà il bilancio? Potrebbe consegnare agli allevatori una nuova nota di debito. Si vedrà nei mesi a venire quando il Consorzio approverà il conto consuntivo. Per ora si guarda al primo gennaio, giorno della svolta. Metterà fine a una delle più lunghe e floride avventure cooperative che la regione ha conosciuto. L’avvento della Parmalat equivarrà per Latterie a un vero e proprio cambio di pelle. Un salto dal mondo della cooperazione a quello del business d’impresa multinazionale.

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