Il pecorino dop, il caciocavallo di vacca o la vastedda della Valle del
Belice incontrano la tecnologia. In due settimane venduti online tre
quintali di alimenti a ristoratori e osterie del Centro Italia in su.
Fonte notizia:
MILANO. I nostri formaggi più rari a portata di mano. Anzi di clic.
Partendo dal Trapanese, risalendo la costa, addentrandosi
nell'entroterra, fino ad arrivare all'Agrigentino approdando alla parte
orientale, ripercorrendo le antiche trazzere, ci imbattiamo in sapori e
gusti lattiero caseari autentici. A volte, purtroppo, poco conosciuti,
anche per l'ostile localizzazione. Ma oggi, il pecorino dop, il
caciocavallo di vacca cinisara, il caprino stagionato di capra
girgentana, la ricotta a doppio forno, il maiorchino, la vastedda della
Valle del Belice, protagonisti indiscussi della più antica tradizione
siciliana, incontrano la
tecnologia e dal caseificio arrivano
direttamente a casa nostra.
I primi dati parlano chiarissimo: «In sole due settimane dal lancio avvenuto all'ultimo Salone del Gusto di Torino,
con un'area dedicata a Lactimed, progetto europeo di grande respiro che
vede la Sicilia protagonista, grazie al gruppo di acquisto di
resistenza casearia dal nome «Sicilian Roots: pastori e casari di
Sicilia» (cui aderiscono oltre 40 produttori, ndr), con cui i formaggi
sono acquistabili al plateau, ne sono stati venduti 3 quintali nel Nord e
Centro Italia, tra osterie, ristoranti e privati», spiega soddisfatta
Raffaella Ponzio, responsabile della Fondazione Slow Food per la
biodiversità.
Denominatore comune «la lavorazione a latte crudo, l'allevamento
degli animali al pascolo, e la salvaguardia delle razze autoctone,
mettendo in pratica tecniche di produzione tradizionali», dice Massimo
Todaro, presidente del Consorzio della vastedda della Valle del Belice,
nonché ricercatore alla facoltà di Agraria di Palermo in nutrizione e alimentazione animale.
«La pastorizzazione distrugge i batteri patogeni, ma anche quelli positivi che trasmettono gli aromi delle erbe dei pascoli, e che conferiscono quell'identità unica e irripetibile. I formaggi a latte crudo sono più saporiti, eterogenei e singolari, legati alla peculiarità del territorio».
«La pastorizzazione distrugge i batteri patogeni, ma anche quelli positivi che trasmettono gli aromi delle erbe dei pascoli, e che conferiscono quell'identità unica e irripetibile. I formaggi a latte crudo sono più saporiti, eterogenei e singolari, legati alla peculiarità del territorio».
Pile di legno, canestre di giunco, stagionatura come una volta,
rispetto per il disciplinare di produzione. Sta qui il segreto. Spiegato
il motivo per cui la Sicilia è rientrata all'interno del progetto,
insieme alla Tessalia (Grecia), Alessandria (Egitto), Bekaa (Libano) e
Biserta (Tunisia), di cui la vendita online è solo una fetta del
percorso di valorizzazione. «La diffusione e il riconoscimento di queste
eccellenze sono da sempre il nostro obiettivo», dice Mario Indovina,
fiduciario responsabile della condotta Slow Food di Palermo.
«Con la collaborazione di Trazzere del Gusto, ogni mese si può scegliere tra una selezione di formaggi e altri prodotti siciliani di grande qualità non sempre facili da reperire, nell'ottica della biodiversità e di una salvaguardia del prezzo».
«Con la collaborazione di Trazzere del Gusto, ogni mese si può scegliere tra una selezione di formaggi e altri prodotti siciliani di grande qualità non sempre facili da reperire, nell'ottica della biodiversità e di una salvaguardia del prezzo».
Nessun commento:
Posta un commento