PALERMO – L’economia siciliana è in affanno e anche nella prima
parte dell’anno la spirale recessiva stenta ad attenuarsi. In tutti i
comparti gli indicatori nei primi sei mesi del 2014, risultano in calo;
l’unico settore in crescita è il turismo, che registra un aumento delle
presenze di stranieri pari al 10,8% rispetto allo stesso periodo 2013.
E’ il quadro che emerge dal Rapporto sull’andamento dell’economia in
Sicilia nel primo semestre del 2014 realizzato dalla Banca d’Italia,
presentato questa mattina a Palermo.
I crolli più significativi si registrano nell’import-export.
Le esportazioni, calano dell’11,1%, in controtendenza con la media nazionale (+1,3%) mentre le
Le esportazioni, calano dell’11,1%, in controtendenza con la media nazionale (+1,3%) mentre le
importazioni diminuiscono del 10,5. In
particolare, scende del 9,6% il commercio con l’estero di prodotti
petroliferi raffinati che rappresentano per due terzi il totale
dell’export siciliano e il 44,6% delle del totale nazionale del
comparto; e al netto dei derivati del petrolio si riducono quasi tre
punti percentuali attestandosi a quota -13,9%.
Nemmeno il trend positivo dell’agroalimentare riesce a bilanciare la flessione degli scambi con l’estero registrata per i prodotti chimici, elettronici e farmaceutici. Gli scambi con i paesi extra Ue si riducono del 14,8% da gennaio a giugno di quest’anno; meno marcato (-4,6) quello verso i paesi dell’Unione europea anche se schizza a -37,3% e -11,8% verso la Spagna e Germania.
Infine, per i derivati del petrolio le riduzioni più significative si registrano negli scambi con Turchia, Egitto e Slovenia; in crescita, invece, le esportazioni verso Tunisia, Libia e Arabia Saudita.
Nemmeno il trend positivo dell’agroalimentare riesce a bilanciare la flessione degli scambi con l’estero registrata per i prodotti chimici, elettronici e farmaceutici. Gli scambi con i paesi extra Ue si riducono del 14,8% da gennaio a giugno di quest’anno; meno marcato (-4,6) quello verso i paesi dell’Unione europea anche se schizza a -37,3% e -11,8% verso la Spagna e Germania.
Infine, per i derivati del petrolio le riduzioni più significative si registrano negli scambi con Turchia, Egitto e Slovenia; in crescita, invece, le esportazioni verso Tunisia, Libia e Arabia Saudita.
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