martedì 25 novembre 2014

Latte: aiuti per quello baltico. Fava e Martina contro le speculazioni

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La Commissione Europea ha annunciato lo stanziamento di 28 milioni di euro a sostegno dei produttori di latte estoni, lettoni e lituani, per far fronte alle conseguenze dell'embargo che il governo di Mosca ha introdotto in agosto per i prodotti alimentari di una parte dei Paesi occidentali (Unione Europea, Norvegia, Stati Uniti, Canada, Australia).
Interpellato a riguardo, il commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, ha dichiarato: «Siamo consapevoli dell'impatto che il divieto russo sta avendo sui produttori di latte dei tre paesi baltici, per via della loro esposizione al mercato russo e del calo dei prezzi. La verifica da noi operata per valutare la situazione ci ha mostrato che gli operatori estoni, lettoni e lituani del settore lattiero-caseario sono rimasti seriamente danneggiati». «Sono lieto», ha concluso Hogan, «che la Commissione Europea abbia deciso di fornire un tale sostegno finanziario,
utile per far fronte alla necessaria liquidità delle aziende».
In una fase così delicata del mercato, a pochi mesi dalla abolizione delle quote latte e con un prezzo alla stalla in nessun Paese Europeo abbastanza remunerativo, la prospettiva che alcuni Paesi già di per sé competitivi e inclini all'export ricevano degli aiuti, mette in ulteriore apprensione il mondo degli allevatori.
La situazione italiana
Per quanto concerne il prezzo del latte, l'assessore lombardo all'agricoltura Gianni Fava ha dichiarato sabato scorso che «la Lombardia ha richiesto la convocazione del Tavolo del latte e il ministro ci ha ascoltati: ci vedremo martedì prossimo a Roma».
Secondo Fava «le posizioni di una parte del mondo industriale non sono motivate perché se è vero che è calato il prezzo medio del formaggio all'ingrosso, è altrettanto vero che non sono diminuiti il costo del latte e dei derivati al consumo». «Dunque», ha proseguito l'assessore lombardo, «è in atto un fenomeno speculativo, entro certi limiti legittimo, ma che non può portare a un ribasso ingiustificato ed eccessivo del prezzo del latte. Chi si fa carico di mettere in ginocchio ancora una volta l'intero comparto, si deve prendere la responsabilità anche quando busserà alla porta della Regione per chiedere sostegno sulle misure agroindustriali».
Dal canto suo anche il ministro Martina ha lanciato il suo avvertimento ad alcuni industriali: «Bisogna distinguere chi si è messo a disposizione per chiudere accordi anche di sei mesi e chi invece fa finta di non vedere. Il settore dell'industria deve dimostrare di saper battere un colpo». «Dobbiamo gestire», ha concluso il ministro agricolo, «l'uscita dal sistema delle quote e vogliamo costruire un percorso nuovo con un atterraggio morbido».

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