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MOSCA - Accuse pesantissime del ministro dell'agricoltura russo
Nikolai Fedorov a multinazionali del calibro di Danone e PepsiCo,
quest'ultima presente nel Paese dai tempi dei Soviet. Le loro
controllate russe metterebbero sul mercato prodotti lattiero-caseari
quanto meno di pessima qualità, se non adulterati.
"In questi prodotti c'è un massimo del 20% che proviene da latte
vero, il resto è un miscuglio di latte, olio di cocco, olio di palma e
altri additivi" ha detto secondo l'Itar-Tass. Parole tanto pesanti da
convincere la potente associazione del business europeo Aeb a prendere
posizione affermando di essere "fiduciosa che queste affermazioni non
riflettano la posizione delle più alte autorità russe" però senza
smentire - nel merito - le accuse.
La "potente associazione" invece di ribattere sperando di dividere il
fronte avversario, avrebbe dovuto - se possedeva le prove - sbugiardare
le accuse affermando che sono false.
Ma non l'ha fatto.
Peraltro la rapida escalation delle tensioni politiche tra Mosca e i
governi
occidentali, per la crisi ucraina, ha avuto un impatto
monumentale per le aziende alimentari che esportano prodotti in Russia.
In risposta alle sanzioni occidentali, le autorità russe hanno imposto
ad agosto un embargo su carne, pesce, latticini prodotti dagli Stati
Uniti, Unione europea, Australia, Canada e Norvegia.
Aziende lattiero-casearie del calibro di Valio, FrieslandCampina e
Arla o della carne come Atria, Danish Crown e HKScan hanno visto colpite
seriamente le proprie esportazioni.
E un casus ben noto è stato rappresentato dal Parmigiano italiano,
amatissimo a Mosca. Ma in sostanza hanno tutti sofferto molto. E
Bruxelles è stata costretta a presentare fondi di emergenza per i
produttori, a sostegno dei settori.
Sinora, le imprese internazionali che operano con impianti locali di
produzione sono state in gran parte salvate dall'impatto dei divieti di
importazione in Russia con fondi Ue, ma fino a quando sarà possibile?
Almeno, fino alla fine della scorsa settimana, quando appunto durante
una visita a Omsk, Fedorov ha sferrato il suo attacco. E per chi
conosce la storia della Russia sovietica, l'accaduto fa una certa
impressione, tenendo conto che PepsiCo lavorava già con Mosca ai tempi
di Khrusciov. E che le accuse alla Danone avranno eco anche in altri
mercati, perchè si può essere o non essere d'accordo con la Russia sulle
vicende ucraine, ma prodotti alimentari scadenti e truffaldini
rimangono tali a Mosca, in Crimea e a Milano.

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