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| Foto tratta da: "itphot.shdongliang.net" |
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Il precedente accordo regionale fra industria e organizzazioni agricole, scaduto oramai da alcuni mesi, prevedeva un prezzo alla stalla di 42 cent/litro e da tempo si susseguono incontri fra le parti nel tentativo di trovare un nuovo accordo, che certamente prende in considerazioni livelli più bassi di prezzo. Le voci dal nord e centro Europa non aiutano. Irlanda e Germania sono pronti a incrementare, rispettivamente, del 30% e del 15%, il livello produttivo dal prossimo 1° aprile 2015, data che decreterà la fine dell’attuale regime delle quote latte. Incrementi produttivi che con ogni probabilità prenderanno la strada verso sud, ovvero Italia e altri Paesi mediterranei. Ma aldilà del prezzo
più o meno soddisfacente che andrà a delinearsi, è giusto chiedersi se, con i costi di produzione delle nostre aziende, sarà ancora possibile produrre latte anche nelle aree più vocate, come la Pianura Padana.
I numeri non mentono
Molti sono i dati e gli indici elaborati da autorevoli centri di ricerca a livello nazionale, ma per avere un’idea di un costo di produzione reale, ci siamo basati, senza la pretesa di generalizzare i risultati, sui conti economici di alcune aziende agricole della pianura lombarda, nella fattispecie della provincia di Mantova, che vanta il primato di avere imprese che producono sia per il Grana Padano, sia per il Parmigiano Reggiano. In particolare, sono prese in considerazione due aziende. La prima, ubicata a nord del fiume Po, ha una superficie agricola utilizzabile di 120 ha, prevalentemente in affitto, coltivata a mais, per la produzione di insilato e granella, erba medica e erbai autunno-vernini. Le vacche mediamente presenti in allevamento sono 220 con una produzione annua di circa 17mila q, che vengono conferiti in cooperativa per la produzione del Grana Padano. L’impresa agricola conta sulla forza lavorativa di due contitolari e su tre salariati fissi. Ebbene, per questa realtà, produrre latte bovino costa 45,78 €/q che fanno circa 43,69 € per 100 litri.
La seconda azienda, appartenente all’areale del Parmigiano Reggiano, dispone di 130 ha di superficie agricola utilizzabile, equamente condotta fra terreni in proprietà ed in affitto, coltivati in prevalenza a erba medica e mais. Le vacche allevate sono mediamente 180, la produzione di latte 13mila q/anno, trasformati in cooperativa per la produzione di Parmigiano Reggiano. Anche questa impresa conta su manodopera esterna (due salariati fissi), oltre che su quelle familiare fornita da due contitolari. Per questa realtà produttiva il costo di produzione risulta di 51,59 €/q di latte, ovvero circa 50 €/100 litri.
Realtà diverse per tipologia produttiva e soprattutto per la tecnica di alimentazione, ma accumunate da costi di produzione sensibilmente superiori al prezzo del latte pagato dall’industria e che potrebbe delinearsi in modo stabile per il futuro.

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