Allevatori pronti a raccogliere le firme e a chiedere i danni per la direttiva regionale sui nitrati
Fonte notizia:
Gli allevatori del Friuli Venezia Giulia aderenti alla Cia
hanno avviato una raccolta di firme per chiedere la cancellazione della
delimitazione della zona vulnerabile da nitrati di origine zootecnica
richiesta dalla cosiddetta "Direttiva nitrati" relativa alla protezione
delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento provocato dai
nitrati provenienti da fonti agricole. "Nel corso del 2008, la Regione -
spiega il direttore della Cia Fvg, Ennio Benedetti -;
ha identificato l’intera Provincia di Udine come zona vulnerabile da
nitrati (ZVN). Senza alcuna documentazione che desse fondamento a quella
sciagurata decisione,
l’area venne delimitata perché, si sostenne, che era il bacino scolante della laguna di Grado e Marano, ed essendo la stessa laguna “inquinata” bisognava delimitarla. Successivamente la Regione (con l'assessorato all’ambiente e all'agricoltura) affidò all’istituto austriaco Joanneum di Graz uno studio per verificare se la zootecnia fosse responsabile del degrado ambientale. Lo studio non è stato in grado di dimostrare che la colpa fosse da attribuire alle stalle. Ciò nonostante, gli allevatori furono messi in riga con un'impressionante mole di norme e adempimenti che resero loro quasi impossibile svolgere l’attività, già di per sé così poco remunerativa".
l’area venne delimitata perché, si sostenne, che era il bacino scolante della laguna di Grado e Marano, ed essendo la stessa laguna “inquinata” bisognava delimitarla. Successivamente la Regione (con l'assessorato all’ambiente e all'agricoltura) affidò all’istituto austriaco Joanneum di Graz uno studio per verificare se la zootecnia fosse responsabile del degrado ambientale. Lo studio non è stato in grado di dimostrare che la colpa fosse da attribuire alle stalle. Ciò nonostante, gli allevatori furono messi in riga con un'impressionante mole di norme e adempimenti che resero loro quasi impossibile svolgere l’attività, già di per sé così poco remunerativa".
Gli allevatori, fa sapere Benedetti,
hanno appreso con soddisfazione (dai media), dopo aver letto le ultime
notizie sul presunto inquinamento, quanto questo fosse probabilmente
‘ingigantito’ per ottenere e dilapidare finanziamenti dal Governo di
Roma per la bonifica del sito e, anche per questa ragione, hanno avviato
una raccolta di firme per chiedere la revoca della delimitazione della
zona vulnerabile da nitrati di origine zootecnica. Inoltre, hanno deciso
di presentare anche il conto dei danni subiti nel passato e, anche, di
quelli che patiranno in futuro.
"Come se non bastasse - prosegue
Bendetti - dal 1° novembre è scattato il divieto di smaltimento dei
reflui zootecnici previsto, appunto, dalle norme delle ZVN. E’ una
restrizione che, anche a causa del prolungamento delle piogge, sta
creando non pochi problemi per lo svuotamento delle vasche". Gli
allevatori della Cia Fvg hanno sottolineato che i reflui zootecnici si
distribuiscono nel periodo autunno - invernale, ma "pare che i burocrati
e i nostri legislatori la pensino in maniera opposta forse perché non
sanno neppure quando si seminano le colture". E anche se l’inverno si
prevede molto freddo “meteorologicamente”, ha annunciato la Cia Fvg,
sarà una stagione molto calda sul fronte degli allevatori, che si sono
detti decisi, questa volta, a portare i reflui anche davanti agli uffici
competenti.


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