domenica 28 settembre 2014

Crisi agroalimentare Per il rilancio si guarda all’Expo

Ottolini: «I prodotti costosi non vengono più acquistati» Fava: «Alla mostra spiegheremo il valore del modello coop» 
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Il valore della cooperazione agroalimentare lombarda, da sottoporre ai visitatori di Expo 2015 come strumento vincente di impresa.
Passa anche attraverso questo ambito lo sviluppo delle eccellenze agricole lombarde, che vantano settori che producono occupazione sul territorio tra Dop e Igp di latte, formaggio, cereali, vino, frutta e salumi, generando complessivamente una produzione lorda vendibile superiore ai 12 miliardi di euro e proiettando la Lombardia ai vertici europei. Il tema è stato rilanciato ieri in Camera di Commercio durante il convegno “Coop & Cook: dagli ingredienti al gusto”, alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava. «Mantova è la prima provincia per produzione cooperativa in Italia – ha ricordato Maurizio Ottolini presidente di Confcooperative Lombardia –. Il mercato è condizionato dall'economia e l'agricoltura sta vivendo la crisi dei consumi. I prodotti più costosi non vengono acquistati dalle famiglie e rischiano di
uscire dal paniere». Sostenendo che prima o poi la recessione sarà superata, ha quindi invitato a riflettere su come inserirsi nei Paesi in via di sviluppo, considerati allo stato attuale le fonti in cui viaggia maggiore ricchezza. Per giungere a questa meta, è stato osservato, occorrono interventi legislativi, economici, relazioni internazionali ed il coraggio di sapere osare. L'export alimentare italiano soffre dell'embargo della Russia. «E' tra i principali mercati di sbocco per i formaggi italiani, in particolare il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano – ha affermato Fabio Perini presidente di Fedagri Confcooperative Lombardia –. L'export totale per i prodotti lattiero caseari è di circa 45 milioni di cui 15 solo delle due Dop». Uno scenario difficile, in cui il futuro del mercato preoccupa, che non spaventa però l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava, il quale, ha dichiarato che prossimamente sarà convocato un tavolo di crisi sul latte in cui verrà invitata anche la grande distribuzione organizzata, poiché la filiera dovrà arrivare a comprendere tutto il ciclo del prodotto: dal produttore al venditore, nell'interesse del consumatore. «Smettiamola di dire che i soldi non ci sono – sostiene Fava –. In Regione abbiamo aumentato i fondi per il Piano di Sviluppo Rurale, aggiungendo 133 milioni di euro, portando a un miliardo e 200 milioni le risorse destinate agli investimenti. Rivendico questa manovra, anche se l'Unione Europea dice che abbiamo una visione troppo aziendalistica, ma le aziende per potere migliorare devono continuare a produrre. Spieghiamo a chi verrà ad Expo il valore del modello cooperativistico, che secondo noi è vincente». Da Cesare Baldrighi alla guida del Consorzio Grana Padano e dal vice Piero Gattoni del Consorzio Parmigiano Reggiano sono giunte sollecitazioni a mantenere viva la tradizione del prodotto, lottando contro la contraffazione e difendendo il Made in Italy. Su questo la Lombardia ha predisposto un protocollo a garanzia delle produzioni tipiche, aspettando che anche il sistema europeo delle cooperative agroalimentari lo sottoscriva.

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