"...nei prossimi mesi cesserà il regime delle “quote latte” e la produzione di latte in Europa non avrà più vincoli. Questo rischia di penalizzare ulteriormente i produttori dell’Italia centro meridionale che per motivi climatici e amministrativi, dovuti al peso delle tasse e alla burocrazia, sono costretti a costi di produzione molto più alti dei colleghi del nord Italia e del nord Europa."
Fonte notizia:
“La
diminuzione di 3 centesimi al litro del prezzo del latte pagato agli
allevatori produrrà una riduzione dei costi alle industrie del settore
lattiero caseario del Lazio di quasi 15 milioni di euro l’anno. Tale
sarà la perdita di reddito degli allevatori che adesso si aspettano una
concreta e incisiva azione da parte delle istituzioni regionali mirata
ad una forte riduzione dei costi di produzione, a misure di promozione ,
valorizzazione e certificazione della qualità del latte fresco laziale e
a scelte che permettano a questo settore di ottenere il massimo
beneficio possibile dalle risorse comunitarie.” Così Ettore Togneri
presidente della Cia di Frosinone e del Lazio.
E’ necessario evitare che siano solo gli
allevatori a pagare il prezzo della crisi che colpisce l’intera filiera
ed avviare misure straordinarie per evitare la chiusura della zootecnia
da latte regionale. Negli ultimi 5 anni hanno chiuso circa la metà degli
allevamenti esistenti. Se si continua di questo passo i consumatori
laziali saranno costretti, loro malgrado, a consumare latte e latticini
provenienti da altre regioni d’Italia e d’Europa. La CIA giudica
positivamente gli impegni assunti, nella riunione di ieri,
dall’assessore regionale Sonia Ricci rispetto a questi obiettivi e
ribadisce la propria disponibilità a collaborare e ad individuare le
scelte più adatte ad invertire la tendenza di un rapido declino della
zootecnia da latte regionale.
Molte sono le incognite che si
prospettano sul futuro degli allevatori ed in particolare dei produttori
di latte bovino sempre più stretti nella morsa tra costi di produzione
crescenti e prezzo delle produzioni in diminuzione : nei prossimi mesi
cesserà il regime delle “quote latte” e la produzione di latte in Europa
non avrà più vincoli. Questo rischia di penalizzare ulteriormente i
produttori dell’Italia centro meridionale che per motivi
climatici e amministrativi , dovuti al peso delle tasse e alla burocrazia,sono costretti a costi di produzione molto più alti dei colleghi del nord Italia e del nord Europa; cesserà il regime di deroga dei limiti previsti per lo smaltimento dei residui organici sui terreni a favore degli allevamenti dotati di grande disponibilità di terra; inoltre la crisi del settore agroindustriale nazionale e il quasi monopolio nel settore di alcune grandi multinazionali europee determinerà una ulteriore fortissima contrazione del potere contrattuale dei nostri allevatori. L’insieme di questi fattori rischia di accelerare il processo di chiusura degli allevamenti e, nel Lazio, mette seriamente in pericolo l’intero settore della produzione di latte.
climatici e amministrativi , dovuti al peso delle tasse e alla burocrazia,sono costretti a costi di produzione molto più alti dei colleghi del nord Italia e del nord Europa; cesserà il regime di deroga dei limiti previsti per lo smaltimento dei residui organici sui terreni a favore degli allevamenti dotati di grande disponibilità di terra; inoltre la crisi del settore agroindustriale nazionale e il quasi monopolio nel settore di alcune grandi multinazionali europee determinerà una ulteriore fortissima contrazione del potere contrattuale dei nostri allevatori. L’insieme di questi fattori rischia di accelerare il processo di chiusura degli allevamenti e, nel Lazio, mette seriamente in pericolo l’intero settore della produzione di latte.
A ribadire la necessita di un “Piano
straordinario per la zootecnia del Lazio” e di un “accordo quadro” che
assicuri la tenuta e la crescita del settore all’interno delle
dinamiche contrattuali che regolano il mercato e sia di riferimento alle
singole contrattazioni sul prezzo tra i soggetti economici che
detengono il prodotto e dia all’intero settore certezze e stabilità
basate su quantità, tempi e prezzi è Alessandro Salvadori direttore
Regionale della Cia. Ora, l’intera organizzazione è pronta così come
comunicato alle istituzioni ad intraprendere tutte le forme di lotta per
esercitare il sacrosanto diritto delle aziende agricole di non
chiudere.
“Nessuna azienda andrebbe lasciata sola e
nessun posto di lavoro ha una dignità minore rispetto alle grandi
vertenze industriali, quindi la Cia si aspetta attenzione e riflettori
puntati sulla difficile situazione economica del comparto zootecnico”
conclude il presidente Togneri.
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