domenica 7 settembre 2014

Crisi, si consuma meno carne: ma gli allevatori non mollano

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La crisi del mercato, l’estate piovosa (al nord) che rallenta i tagli di foraggio e negli ultimi giorni la questione dell’embargo della Russia al settore lattiero caseario, che potrebbe far traballare i già risicati prezzi del latte alla stalla.
Visto così, il quadro del mercato del bestiame appare veramente fosco e senza speranza, come l’umore che in parte serpeggia sotto i tendoni della Fiera di Sant’Alessandro, che si conclude oggi negli spazi di via Lunga (apertura 9-19), disturbando il sonno dei proprietari, un po’ meno quello dei circa 400 capi presenti quest’anno.
«La situazione è brutta e la gente, avendo pochi soldi, compra meno carne, perciò anche per noi si è fermato il mercato - commenta Oliviero Mangili, dell’omonima azienda di Paladina e Sombreno -. Noi siamo una famiglia con 50 anni di attività alle spalle e per combattere la crisi rimaniamo uniti, lavoriamo tante ore senza risparmiarci. Anche quest’anno ho portato in fiera le mie bestie migliori: chianine, maremmana, un toro limousine di 10 quintali, le piemontesi e le blu belga».
Qualcuno è anche più drastico: «Siamo a zero, sotto zero - secondo Vittorio Midali, di Branzi, azienda che commercia bestiame -. Sono 40 anni che lavoro nel settore del bestiame e vedo come sta diminuendo. Ci sono paesi delle nostre valli in cui non ci sono più animali».

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