In Francia molti allevatori di pecore e capre
non vogliono saperne di applicare ai loro animali i microchip
elettronici. La battaglia va avanti anche a colpi di vertenze legali e
una coppia di allevatori ha recentemente vinto una causa contro il
prefetto di Grenoble, che aveva decretato la cancellazione dei fondi
europei e il pagamento di una multa.
Ma anche diversi esperti sostengono che le malattie non dipendono dalla mancata tracciabilità degli animali: i problemi sono quelli della concentrazione industriale, dell'abbassamento delle difese immunitarie, dei sistemi di riproduzione molto selettivi, della resistenza agli antibiotici. E c'è anche un aspetto che va al di là di quello strettamente scientifico. Secondo gli allevatori, non c'è bisogno di un software che dica come stanno gli animali e che cosa devono mangiare: essi vivono insieme alle loro bestie, le osservano e intuiscono al volo i problemi.
Infine, enormi interessi economici sono in gioco: basti pensare che l'azienda francese Chevillot-Allflex domina questo mercato, che è in piena espansione. In dieci anni il suo fatturato è raddoppiato a 70 milioni di euro, il 79% del quale derivante dall'export.
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