giovedì 25 settembre 2014

Per il lattierio-caseario un 2014 di luci e ombre

Assolatte: a maggio le vendite di formaggi presso la Gdo erano in calo (-0,5%), nonostante la discesa dei prezzi (-2,1%). Sugli scudi mozzarelle, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Ma l’export vola nel 1° quadrimestre: +6,72% a volume e +9,81 a valore. 

Fonte notizia:

Il 2014 non sarà un anno facile per il settore lattiero-caseario. A prevederlo sono i dati di Assolatte che a maggio hanno registrato nelle vendite presso la Gdo una discesa (-0,5%) delle vendite di formaggi nonostante il calo dei prezzi medi (-2,1%). La riduzione ha interessato soprattutto la mozzarella, il formaggio più consumato nel nostro Paese che rappresenta più di un quinto delle vendite totali. E non ha risparmiato i formaggi duri tradizionali, che hanno riportato una contrazione delle vendite del 7,2%. Un calo che ha riguardato sia il parmigiano reggiano che il grana padano. In un panorama certo non roseo, alcuni prodotti hanno avuto performance migliori, addirittura positive, come il

gorgonzola (+6,6%), la ricotta (+3,1%), il mascarpone (+3,0%), i formaggi spalmabili (+1,1%) e le fettine di formaggio fuso (+2,7%), generalmente prodotti che fanno parte delle ricette della tradizione italiana e che sembrano confermare la tendenza degli ultimi mesi.
“Le famiglie italiane escono meno per andare al ristorante e comperano meno prodotti finiti – spiega Massimo Forino, direttore di Assolatte -, ma privilegiano ingredienti che si prestano alle preparazioni casalinghe: questo trend si traduce in un aumento delle vendite di certi tipi di formaggi. Lo stesso accade per un prodotto come il burro”.
Forino aggiunge: “Il problema serio è che buona parte dei prodotti registra una contrazione degli acquisti, nonostante la riduzione dei prezzi medi e l’aumento delle promozioni. Non solo: l’incremento generalizzato delle vendite nel canale discount conferma la crescente attenzione del consumatore nei confronti della variabile prezzo”.

Per contro, l’export di formaggi italiani continua a crescere nel mondo. Stando ai dati del 1° quadrimestre 2014 (i più aggiornati), gli aumenti sono del 6,72% a volume (+6,72%) e del 9,81 a valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, raggiungendo quota 102.519 tonnellate e 681 milioni di euro.
Rispetto al trend registrato negli ultimi anni, i formaggi italiani sono riusciti a migliorare le loro quotazioni di mercato in tutti i mercati-chiave: Francia, il primo Paese per volumi acquistati, Usa, Uk, Germania, Svizzera, Spagna, Belgio, Austria e ora anche Cina. “Le esportazioni aumentano, ed è un bene. Ma purtroppo non compensano il calo registrato nel mercato domestico. Ma all’estero le nostre aziende potrebbero essere molto più competitive se non dovessero scontare gli alti prezzi di produzione che il più delle volte sono del 60% in più rispetto ai formaggi importati”, puntualizza Forino.
Allargando l’analisi anche ad altri prodotti la musica non cambia. Vediamoli in dettaglio: i consumi complessivi del latte alimentare sono in calo, ma le differenti tipologie di prodotto non si comportano allo stesso modo. Se il latte UHT, infatti, ha confermato i volumi di vendita dell’anno precedente, lo stesso non si può dire per quello fresco che da molti anni segna cali nelle vendite e che ha chiuso l’anno con un calo del 5,4%.

La riduzione ha riguardato tutte le aree del Paese, con la sola eccezione di Area 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), dove gli acquisti di latte UHT sono aumentate del 2,7%. E tutti i canali di vendita, fatta eccezione del discount, che hanno segnato un +3,2 nelle vendite di latte UHT. E’, invece, senza dubbio controcorrente l’aumento a due cifre per le vendite di latte biologico: le vendite a valore, tra gennaio e maggio, sono cresciute del 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2013, mettendo a segno il miglior risultato degli ultimi 12 anni. Non è solo il latte, ma l’intera offerta lattiero-casearia biologica a registrare un andamento positivo.
Formaggi, yogurt, burro e latticini bio rappresentano il secondo segmento per importanza nel carrello della spesa bio degli italiani, dietro solo all’ortofrutta fresca e trasformata. Nei primi 5 mesi del 2014 ai prodotti lattiero-caseari è andato il 15,5% della spesa fatta dai consumatori per acquistare prodotti bio, con un aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Anche nel segmento dello yogurt si conferma una riduzione dei consumi e anche in questo caso si tratta di una tendenza abbastanza generale. Analizzando in dettaglio i dati emerge che il calo è dovuto soprattutto al settore dei prodotti probiotici, mentre sembrano “tenere” gli yogurt tradizionali. Non si registrano andamenti differenziati nelle diverse aree del paese. Anche in questo caso i discount sono in controtendenza e registrano un aumento delle vendite.

A differenza di molti altri prodotti, gli acquisti domestici di burro hanno registrato un leggero aumento (+1,4%). “Si tratta di aumenti associati all’aumento delle preparazioni domestiche. Anche in questo caso l’aumento è stato particolarmente importante nel canale discount”, conclude Forino.

Nessun commento:

Posta un commento