I maggiori allevamenti di pollame
degli Usa somministrano agli animali antibiotici oltre la frequenza e la
quantità stabilite dalla norma. Si tratta di un potenziale rischio per la
salute umana. La Reuters ha esaminato alcuni documenti relativi agli allevamenti
di pollame.
Alcuni filmati rivelerebbero che
gli allevatori più importanti della nazione hanno scelto gli antibiotici come
pane quotidiano per il pollame. La somministrazione non avviene soltanto quando
gli animali vengono colpiti da malattie, ma secondo una pratica standard e con
cadenza regolare.
Secondo le valutazioni della
Reuters, simili dosi di antibiotici favorirebbero la crescita dei batteri super
resistenti ai farmaci convenzionali utilizzati per il trattamento dei pazienti.
Alcuni degli antibiotici identificati apparterrebbero a categorie considerate
importanti per gli esseri umani.
I documenti a disposizione di
Reuters conterrebbero dettagli sulle modalità di impiego degli antibiotici
negli allevamenti di pollame da parte di cinque grandi aziende. Si tratta di
Tyson Foods, Pilgrim's
Pride, Perdue Farms, George's e Koch Foods.
Secondo Donald Kenendy, che in
precedenza aveva lavorato per la Food and Drug Administration, l’impiego di
routine di antibiotici negli allevamenti di pollame lascia davvero senza
parole. A suo parere, un uso così sistematico, massiccio e prolungato di
antibiotici può provocare la super resistenza dei batteri in modo ancora più
incisivo rispetto a quanto avessimo ritenuto fino ad ora.
Reuters ha valutato oltre 320
documenti forniti dalle aziende negli ultimi due anni e la situazione mostra
che negli allevamenti gli antibiotici vengono aggiunti ai mangimi d’abitudine.
Inoltre, aziende come George’s e Koch Foods hanno somministrato agli animali lo
stesso tipo di antibiotici utilizzato per gli umani.
Anche Foster Poultry Farms ha
ammesso l’impiego di farmaci che appartengono alla stessa classe dei nostri
antibiotici, secondo le tabelle dell’Fda. Questi antibiotici annientano i
batteri più deboli e nello stesso tempo consentono ai più forti di sopravvivere
e moltiplicarsi. Di frequente, inoltre, l’utilizzo di antibiotici a basse dosi
avrebbe proprio tale effetto.
Il rischio? Lo sviluppo di
batteri resistenti a diversi tipi di antibiotici e farmaci importanti a livello
medico. Al giorno d’oggi, l’80% degli antibiotici utilizzati negli Usa non
verrebbe somministrato ai pazienti, bensì agli animali da allevamento. Un
circolo vizioso che probabilmente alle aziende consente una produzione
maggiore, ma che rischia di mettere in pericolo la salute di tutti.
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