venerdì 19 settembre 2014

Troppi antibiotici negli allevamenti di polli Usa: rischio batteri super resistenti

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I maggiori allevamenti di pollame degli Usa somministrano agli animali antibiotici oltre la frequenza e la quantità stabilite dalla norma. Si tratta di un potenziale rischio per la salute umana. La Reuters ha esaminato alcuni documenti relativi agli allevamenti di pollame.
Alcuni filmati rivelerebbero che gli allevatori più importanti della nazione hanno scelto gli antibiotici come pane quotidiano per il pollame. La somministrazione non avviene soltanto quando gli animali vengono colpiti da malattie, ma secondo una pratica standard e con cadenza regolare.
Secondo le valutazioni della Reuters, simili dosi di antibiotici favorirebbero la crescita dei batteri super resistenti ai farmaci convenzionali utilizzati per il trattamento dei pazienti. Alcuni degli antibiotici identificati apparterrebbero a categorie considerate importanti per gli esseri umani.
I documenti a disposizione di Reuters conterrebbero dettagli sulle modalità di impiego degli antibiotici negli allevamenti di pollame da parte di cinque grandi aziende. Si tratta di
Tyson Foods, Pilgrim's Pride, Perdue Farms, George's e Koch Foods.
Secondo Donald Kenendy, che in precedenza aveva lavorato per la Food and Drug Administration, l’impiego di routine di antibiotici negli allevamenti di pollame lascia davvero senza parole. A suo parere, un uso così sistematico, massiccio e prolungato di antibiotici può provocare la super resistenza dei batteri in modo ancora più incisivo rispetto a quanto avessimo ritenuto fino ad ora.
Reuters ha valutato oltre 320 documenti forniti dalle aziende negli ultimi due anni e la situazione mostra che negli allevamenti gli antibiotici vengono aggiunti ai mangimi d’abitudine. Inoltre, aziende come George’s e Koch Foods hanno somministrato agli animali lo stesso tipo di antibiotici utilizzato per gli umani.
Anche Foster Poultry Farms ha ammesso l’impiego di farmaci che appartengono alla stessa classe dei nostri antibiotici, secondo le tabelle dell’Fda. Questi antibiotici annientano i batteri più deboli e nello stesso tempo consentono ai più forti di sopravvivere e moltiplicarsi. Di frequente, inoltre, l’utilizzo di antibiotici a basse dosi avrebbe proprio tale effetto.
Il rischio? Lo sviluppo di batteri resistenti a diversi tipi di antibiotici e farmaci importanti a livello medico. Al giorno d’oggi, l’80% degli antibiotici utilizzati negli Usa non verrebbe somministrato ai pazienti, bensì agli animali da allevamento. Un circolo vizioso che probabilmente alle aziende consente una produzione maggiore, ma che rischia di mettere in pericolo la salute di tutti.



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